"We'd better start savin'up for the things that money cant't buy"  - Bruce Springsteen

 


MONEY, MONEY, MONEY...

di Sara Marchiori


© Sara Marchiori 2002

La nostra corrispondente da New York ;-), Sara Marchiori, 
si gode l'ultimo sole d'autunno di fronte a Manhattan


L'obbiettivo di uno scambio culturale è da sempre quello di conoscere un popolo, una cultura diversa per coglierne gli aspetti fondamentali che ci aiutano a crescere in un mondo sempre più cosmopolita. Affinché questo avvenga non dobbiamo avere pregiudizi. Il fatto però che ci vengano proposti sempre modelli americani (vedi film, canzoni, cinema, abitudini alimentari), crea in noi un concetto stereotipato dell'America e degli americani stessi. 

In effetti, nei primi giorni dello scambio culturale oltreoceano a contatto con la realtà americana ci sembrava di essere in un tipico telefilm a stelle e strisce: spiagge sconfinate, sole, palme, bagnini sulle torrette di guardia…il quadro perfetto del benessere. Ma poi, grazie anche agli stretti rapporti che abbiamo instaurato con le famiglie che ci ospitavano e con i ragazzi che abbiamo conosciuto, è scattata in noi una più attenta analisi.

Sarà l'influenza messicana (a S. Diego infatti c'è una maggioranza di messicani immigrati), sarà il clima caldo che permette di uscire di più e di conoscere più gente, sarà che sono sempre stati abituati ad essere generosi e amichevoli, fatto sta che l'opinione che ci siamo fatti degli americani dal punto di vista umano è estremamente positiva. Una cosa però che ci ha particolarmente colpiti, anzi, direi di più, sbalorditi, è la "spensieratezza" con cui spendono i propri sudati guadagni. Dovete sapere infatti che gli americani lavorano molto, alcuni hanno addirittura due impieghi. Avere un lavoro, oltre a quello ordinario, limita alquanto il tempo dedicato alla famiglia, la quale tutto sommato non è così importante com'è per noi. Si preferiscono di gran lunga gli amici ai parenti, non perché ci sia un completo menefreghismo dei genitori verso i figli, dei figli verso i fratelli e così via, ma semplicemente perché non sono abituati ad un rapporto molto stretto con questi.


© Sara Marchiori 2002

Sara, Roberta Zanetti 
e due amici americani in visita agli 
Universal Studios di HollYwood

Il fatto però di avere due stipendi significa anche potersi permettere uno stile di vita medio-alto. 
Ed è proprio a questo che puntano la maggior parte degli americani. Mentre in Italia ci fissiamo con il "risparmiare oggi per avere domani", mettendo via giorno dopo giorno i propri risparmi per avere una sicurezza economica, una vecchiaia dignitosa e quant'altro, in America spendono subito ciò che guadagnano. 
Non riescono a risparmiare, molti si indebitano pure, perché sono presi dal desiderio di avere tutto, non vogliono rinunciare ai comfort e all'essere al passo con i tempi. 
Ed è così che le case, anche le più piccole si riempiono di cianfrusaglie, di suppellettili inutili e di cibo surgelato.
Che dire del pesce-giocattolo in plastica che si muove e canta le canzoni di Bob Marley, e della macchinetta per fare la neve artificiale nel giardino, senza parlare di tutte le novità tecnologiche o meno che rendono la vita meno faticosa? 
Ho visto professori, nella scuola che frequentavamo a Chula Vista, trafficare dieci minuti per legare la propria borsa ad un carrellino portatile che gli avrebbe evitato l'agonia di portarsela fino all'interno dell'istituto (il tragitto era tipo quindici metri).

 Tutto sta a confermare gli States come la patria del popolo pigro per eccellenza. Ho pensato pertanto di parlarne con il mio ospite il quale, dopo un piccolo sorriso, mi ha spiegato di come la stragrande maggioranza di americani si ammazzi di lavoro e pretenda quindi di potersi comprare ciò che desidera con i propri guadagni. Quello che vuole è indubbiamente qualcosa che lo sollevi dal fatto di dover faticare.. dato che ci sono modi per non stancarsi, perché non usarli? Il ragazzo che mi ospitava mi ha spiegato anche come sia assolutamente indispensabile, tra i ragazzi della nostra età,  essere al passo con i tempi. Il che vuol dire ascoltare la musica giusta, parlare nel modo più cool e soprattutto avere un guardaroba completo di accessori  all'ultima moda. Il fatto, per alcuni, di non avere un tenore di vita particolarmente alto non è un problema. Si trovano un lavoro part time per avere i soldi e il gioco è fatto.

Una sera sono andata a casa di un amico del ragazzo che mi ospitava, c'era una festicciola. Entrata nel soggiorno sono stata ipnotizzata da un televisore al plasma praticamente gigante, occupava metà parete. Il ragazzo tutto fiero mi ha spiegato che  quello era il televisore più grande del negozio e che lo aveva comprato con i suoi soldi così giocare alla playstation sarebbe stato più emozionante. Indubbiamente. 
Un altro mi aveva raccontato di come aveva schiattato tutto un anno per potersi comprare gli occhiali da sole griffati. Questi piccoli esempi di vita quotidiana, nonostante le solite eccezioni, ci portano a pensare come la ricchezza di questo popolo tenda a valorizzare più l'apparire che non l'essere. C'è da dire comunque che questa tendenza sta sconfinando anche in occidente e noi non possiamo di certo dirci immuni.

Lo stile di vita americano è sicuramente alto questo non perché tutti gli americani se lo possano permettere ma perché vogliono che sia così. Spandono e spendono anche senza averne la possibilità usando la politica del carpe diem. Con questo però rischiano di ritrovarsi, che so, a settant'anni con una casa piena di pesci che cantano, con il giardino pieno di neve anche quando ci sono trenta gradi all'ombra e senza un soldo nel libretto di risparmio. Così continuano a lavorare, stressati, ipertesi e magari anche obesi. Eh già, perché il mangiare sintetico costa poco e sembra buono.

Il modo di vivere americano deriva comunque da un passato che il popolo yankee ha alle spalle. Quella nostra è una realtà diversa sicuramente ma che pian piano si sta intersecando con quella americana.


© Sara Marchiori 2002

La nostra corrispondente da Hollywood CA ;-), Sara Marchiori, 
in attesa di essere... scritturata

 

 


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Riproduzione e diritti riservati -  Aggiornato il - Updated on: 09-mar-2016