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ARTICOLI, RIFLESSIONI, RICORDI

 

Foto: © Nicoletta Galante 2004

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GIOVANI E POLITICA

di Beatrice Morlin e Lara Tedesco 

Durante la nostra permanenza negli Stati Uniti abbiamo avuto modo di assistere in diretta alle elezioni presidenziali americane del 2 novembre. 


Bea e il suo secondo lavoro:
capotreno sulla linea 
S. Diego - Los Angeles  ;-)

Sin dal nostro arrivo siamo rimasti colpiti dall'enorme propaganda che i privati cittadini esponevano in favore di uno dei due candidati fuori dalle case o addirittura sui finestrini delle auto o sulle targhe; era piuttosto comune infatti vedere dei cartelloni pro Bush o pro Kerry appesi alle finestre, quasi ad ostentare la propria inclinazione politica. Più di qualcuno è rimasto sconcertato da questa pratica, piuttosto inusuale per noi in quanto nel nostro Paese quello della politica è un tema che appartiene per la maggior parte delle persone alla sfera della vita privata.
La nostra sorpresa è stata ancora più grande quando a scuola abbiamo partecipato ad una lezione di “government” (che forse si può tradurre con diritto e educazione civica), dove gli studenti potevano liberamente esporre le loro idee politiche; in particolare, durante la lezione del 2 novembre sono state organizzate delle vere e proprie elezioni. Innanzitutto gli studenti hanno cercato in internet delle informazioni riguardanti il programma politico dei due candidati e poi hanno "votato".

La maggior parte della classe ha accordato la propria preferenza a Kerry (rispecchiando tra l'altro quello che è stato il voto dei cittadini della California) ma, come sappiamo, la maggior parte degli americani si è espressa a favore di Bush.
Alcuni di noi sono stati accompagnati dalle famiglie ospitanti ai polls, cioè i seggi elettorali: il modo di espressione del voto non differisce molto dal nostro, tuttavia è stato interessante notare gli accorgimenti adottati  per votare. 
Le schede elettorali compilate vengono inserite in un'apposita macchina che le preleva e conteggia i voti, in modo però da mantenere il segreto del voto.
Confrontando poi le nostre opinioni per quanto riguarda il rapporto dei giovani americani con la politica si sono riscontrate diverse idee: alcuni di noi pensano che essi si interessino all'argomento, mentre qualcuno non ha riscontrato una grande attenzione. Siamo quindi giunti alla conclusione che  (come d'altra parte accade in Italia) il rapporto con la politica è diverso a seconda dei casi; molto importanti in questo senso sono l'influenza della famiglia, la compagnia di amici e  quanto "americani" ci si sente: noi infatti abbiamo soggiornato a San Diego, che si trova molto vicina al confine del Messico. 

Lara, invece, oltre che studiare e
 scrivere,  si diverte a condurre treni
(sempre sulla stessa linea)   ;-)

Molte delle nostre famiglie erano di origine messicana e queste giustamente continuano a mantenere delle strette relazioni col loro paese natio, non sentendosi quindi molto coinvolte nelle vicende politiche americane.

 


 

IL CONSIGLIO DEI RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI 
A HILLTOP HIGH SCHOOL

di Jessica Santi  

Lunedì 1 novembre 2004 ho avuto la possibilità di partecipare ad un consiglio tra studenti e preside, il “Principal’s roundtable”: quello che noi in Italia potremmo chiamare Consiglio dei rappresentanti d’istituto.


Jessica a Hilltop High

Il tutto si è svolto nella biblioteca della scuola nella quale, per l’occasione, i tavoli erano stati disposti a ferro di cavallo, cosicché tutti i partecipanti potessero guardarsi negli occhi. 
Ogni studente aveva davanti a sé un cartello con su scritto il proprio nome. 
Preside escluso…come non riconoscerlo!
Gli studenti erano stati scelti da uno di loro, il membro più anziano ed esperto. Tale compito gli era stato affidato dal preside. Per i “nominati”, in ogni modo, la partecipazione al consiglio non è un obbligo; certo è che poter essere rappresentanti degli studenti è considerato un privilegio.
Complessivamente, gli studenti erano circa trenta, otto per anno di corso. 

Da rilevare che facevano parte del consiglio anche ragazzi con handicap fisici, i quali hanno punti di vista sicuramente diversi da quelli fisicamente sani, e ragazzi americani per nascita ma con genitori provenienti da diverse parti del mondo... comunque erano ritenuti tutti uguali, non c’era uno studente cui tutti gli altri facevano riferimento. 
Per non scordare questa uguaglianza, in una pagina del fascicolo consegnato dal preside ad ogni studente, c’era questa frase: “The Sweetwater Union High School District does not discriminate with regard to sex, sexual orientation, gender, ethnic group identification, race, ancestry, national origin, religion, color, mental disability, or physical disability, age, marital or parental status or any other unlawful consideration”.

Questo consiglio ha il compito di proporre nuove idee, cambiare regole, “scovare” i problemi che hanno gli studenti riguardo al sistema scolastico o la struttura scolastica, per poi riferirli al preside, discuterne e cercare di risolverli; le riunioni hanno luogo ogni mese, secondo la data stabilita.
Quella a cui ho partecipato era la prima riunione che si teneva dall’inizio dell’anno scolastico, quindi si è rivelata un po’ diversa dalle altre: innanzitutto il preside ha dato il benvenuto a tutti gli studenti con una piccola introduzione, poi ha passato in rassegna le date dei prossimi consigli.

Jessica intervista il rappresentante degli studenti
 di Hilltop High    Michael "Cody" Monroe

Ha quindi voluto dar voce ai propri “collaboratori” e, infine, è passato all’elezione per alzata di mano dei cinque membri del “School Site Council Members”, un consiglio più prestigioso, ritenuto tale in quanto, come componenti, ci sono i rappresentanti dei genitori degli alunni, alcuni insegnanti e il preside.
Il tutto si è svolto all’insegna di battute e scherzetti da parte degli studenti, ma anche del preside stesso; ciò per rendere l’atmosfera rilassata e adatta al buon compimento del “lavoro”.

 


 

IMPRESSIONI AMERICANE

di Jhoan Rodriguez  

L’esperienza dello scambio mi ha fatto notare che la California è diversa dall’ Italia in molti aspetti, sia positivi che negativi.
Innanzitutto, i Californiani sono generalmente più socievoli nel loro modo di essere e di relazionarsi con il prossimo. Per esempio, se vedessero qualcuno che non conoscono in pericolo, gli americani (e in particolare gli americani-messicani) darebbero una mano o chiamerebbero aiuto. Gli italiani, invece, fanno spesso finta di niente.


Jhoan Rodriguez (a sinistra) a Hilltop High

Secondo me gli Americani hanno un gran senso di patriottismo, infatti ogni giorno di scuola inizia con una specie di inno nazionale e le classi sono tutte decorate con poster che mostrano la bandiera americana. 
Penso che questo senso di appartenenza alla Nazione sia qualcosa che manchi sempre di più in Italia.
Un'altra cosa che mi ha colpito è il trattamento che ricevono i clienti quando entrano in un negozio. L'accoglienza è quasi sempre molto cordiale e amichevole.
Ai commessi, inoltre, non importa nulla se passi ore ed ore semplicemente  a guardare, senza acquistare qualcosa (diversamente da quelli italiani) e, se compri qualcosa, ti dicono quasi sempre onestamente cosa costa di più e cosa meno o addirittura se la stessa merce ha un prezzo inferiore in un negozio nelle vicinanze.
Per quanto riguarda la scuola e l’istruzione, le differenze sono notevoli: gli studenti, in primo luogo, scelgono parte delle materie che vogliono studiare, e poi hanno sempre lo stesso orario ogni giorno fino alla fine del quadrimestre. 

E' curioso, inoltre, che le classi siano spesso decorate con cartelloni di regole, che poi non vengono quasi mai prese in considerazione...  
Una materia quasi sconosciuta nelle scuole pubbliche americane è filosofia. 
Ma gli studenti americani a differenza di quelli italiani, possono avere un’ ora di teatro, in una apposita stanza con costumi, trucco, palco, etc..

Jhoan raccoglie... materiali per il suo articolo ;-)

In tutte le scuole pubbliche americane, contrariamente a quanto avviene talvolta in  quelle italiane, fumare e bere alcolici è vietato, e chi viola queste regole “rischia grosso”!  
In Italia prima dei 18 anni non si può guidare, ma si può fumare e bere ad ogni età, senza finire seriamente nei guai se tua madre o il prof.  ti scoprono. 
In America, invece, puoi guidare a partire dai 16 anni, ma non si può fumare prima dei 18, né bere prima dei 21. Tutto ciò è stato stabilito dalla legge americana, che è molto più severa di quella italiana nel valutare i casi di trasgressione di regole e leggi.
Infine ho notato che molte cose, se rapportate a quelle italiane, sono più grandi: dalle bottiglie d’acqua alle macchine; dalle abitazioni e locali ai negozi. 
E’ facile, per un italiano, perdersi  negli enormi centri commerciali, come Horton Plaza o Plaza Bonita, che contano al loro interno più 50 diversi negozi! Sarebbe dunque una buona cosa non scordarsi mai di prendere una mappa!

 

Foto: © Nicoletta Galante 2004

 


 

Le altre pagine di questa sezione - The other pages of this section: 

[VENICE - SAN DIEGO]    [CORONADO]    [SCHOOL DAYS]    [HILLTOP HIGH VIRTUAL TOUR

[S. JUAN CAPISTRANO]    [OLD TOWN]    [OLD TOWN VIRTUAL TOUR]    [ZOO]    [TIJUANA

    [ANZA BORREGO DESERT STATE PARK]    [SEAPORT]    [LAST DAY & BACK HOME]    

 

 


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Riproduzione e diritti riservati -  Aggiornato il - Updated on: 09-mar-2016